ENERGIA E TERRITORIO

ITALIA NOSTRA PROMUOVE UNA SERIA POLITICA ENERGETICA BASATA SUL RISPARMIO. CONTRARIA AL NUCLEARE, ITALIA NOSTRA RITIENE CHE LE RINNOVABILI SIANO UTILI MA NON DEBBANO DEVASTARE IL PAESAGGIO. Per saperne di più clicca qui.

lunedì 27 gennaio 2014

BOZZA DI NUOVO STATUTO FONDAZIONE CARIT: DA UNA BREVE ANALISI COMPARATA EMERGONO NUMEROSE DEBOLEZZE. RISCHIO 'COMPITINO'


La bozza di nuovo statuto della Fondazione Carit appare debolissima. Aleggia il rischio del 'compitino'. Lo comprova un'analisi comparata degli statuti di altre prestigiose e ricche fondazioni bancarie italiane: Compagnia di San Paolo; Fondazione Cariplo; Fondazione Roma; e poi, a livello locale, anche le fondazioni della Cassa di Risparmio di Perugia e di Orvieto. Alcuni punti:

  1. L’articolo 1 del nuovo statuto postula coerenza coi principi contenuti nella Carta delle Fondazioni 2012 ACRI (Associazione delle Casse di Risparmio italiane). Tale Carta è un accordo vincolante tra tutte le fondazioni bancarie del nostro Paese: tuttavia a Terni la Carta resta disapplicata su numerosi e rilevanti temi. Non un accenno infatti alla ‘trasparenza’ dei percorsi decisionali, alla ‘comparazione attraverso bandi’ –tuttora non effettuati, diversamente da quanto accade presso le fondazioni suddette, che li hanno attivati molti anni fa. Nulla su ‘monitoraggio e valutazione dei progetti sostenuti’, a voler tacere delle carenze relative a ‘incompatibilità e ineleggibilità’, su cui poi ci diffonderemo al punto 3). Interessante notare che altrove gli statuti e, in subordine, i regolamenti, includono una formula, ripresa dalle linee guida Acri, in merito al dover assicurare la motivazione nella selezione delle iniziative da finanziare.
  2. Il numero dei membri dell’assemblea dei soci: la Compagnia di San Paolo ne ammette appena 21; la Cariplo 40; Fondazione Roma può accoglierne da 58 a 115; Perugia e Orvieto ne consentono fino a 100. Il problema è anche nel metodo scelto a Terni: negli esiti non sembra aderire appieno alle tendenze contenitive delle fondazioni ‘virtuose’ –i 130 qui previsti in luogo degli attuali 170 restano esorbitanti. Ci si affretta poi a tagliare alcuni, salvando altri. Perché allora non ridurre in modo più significativo, salvaguardando la rappresentanza, ma cancellando possibili consorterie?
  3. Ruolo della politica: mentre l’ACRI la tiene fuori, evitando ab origine intrecci che altrove hanno già condotto a situazioni di inaudita gravità, la bozza del nostro statuto sembra al contrario assai morbida sul punto. In tal modo, però, finisce per confliggere coi principi di quella stessa Carta ACRI cui dichiara di ispirarsi all’art. 1. Se infatti l’ACRI parla di incompatibilità con “qualsiasi incarico o candidatura politica (elettiva o amministrativa)”, il nostro nuovo statuto si limita tartufescamente a dichiarare incompatibili solo coloro che ricoprano un ruolo esecutivo/direttivo “dei partiti politici a livello nazionale”, con un’ulteriore declinazione di tale concetto che finisce solo per rendere più indecifrabile l’asserto. Via libera a eletti che non abbiano ruoli esecutivi nel partito, così come a eletti facenti parte dei gruppi misti? Porte aperte anche a semplici candidati e a consulenti politici? Sembra di sì: un articolo così redatto si trasforma in un cavallo di troia per politici e mestieranti vari.
  4. Metodologicamente superato il richiamo nello statuto, Comune per Comune, dei singoli territori interessati da eventuali interventi della Fondazione. Nota di colore: ci si è accorti che Alviano e Attigliano sono ‘priorità’ anche per la Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto?
  5. La bozza, ai fini del limite del doppio incarico degli amministratori, finisce per autorizzare di fatto un terzo mandato, sia pure di due anni al massimo, in seno al Comitato di indirizzo e al CdA, in spregio alle disposizioni di cui al D. Lgs. 153/99. L’Autorità di Vigilanza sarà d’accordo?
Sarebbero anche altri i punti critici. Ci limitiamo a segnalarne alcuni: non un rinvio a eventuali regolamenti per la gestione del patrimonio, così come altre esperienze insegnano. Non un rinvio ad approcci socialmente responsabili negli investimenti, evitando incoerenze tra strumento finanziario scelto e missione filantropica della Fondazione. Non una parola su principi ormai altrove da tempo consolidati quali ‘obbligo di compartecipazione della spesa’, ‘non sostitutività’, ‘comunicazione’, ‘rendicontazione’, ‘innovatività’ e ‘non ripetitività’ delle proposte, ‘efficienza’ e ‘sostenibilità’.
Ebbene, senza una reale presa di coscienza dello iato esistente tra questo statuto e quelli di fondazioni bancarie anche a noi vicine, la Fondazione Carit presterà il fianco a critiche crescenti.
L’unica via praticabile è una rassegna delle buone e più diffuse pratiche, recependo principi altrove da tempo inverati con successo: forse sarebbe un po’ seccante, rompendo prassi consolidate. Ma almeno funzionerebbe, garantendo pienamente i soci, così come i destinatari degli interventi della Fondazione

Terni, 22 gennaio 2014 Andrea Liberati – Italia Nostra Terni

[TERNI] NICHEL E CROMO A TERRA, VALORI ABNORMI: INTERDIRE LA COLTIVAZIONE ALIMENTARE DEI TERRENI DI PRISCIANO E ATTORNO ALLA DISCARICA.


NICHEL E CROMO A TERRA, VALORI ABNORMI:
INTERDIRE LA COLTIVAZIONE ALIMENTARE DEI TERRENI DI PRISCIANO E ATTORNO ALLA DISCARICA. INDIVIDUARE UN SITO ALTERNATIVO A 'VALLE' INTERNAMENTE AL SITO DELLE ACCIAIERIE

Gli abnormi valori di nichel e cromo a terra, registrati in alcune zone del ternano grazie alle deposizioni certificate dall'ARPA e diffuse a fine dicembre 2013, vanno valutati molto attentamente dalle Autorità locali. Nichel e cromo rappresentano tipici marker dell'inquinamento da produzione siderurgica.
Abbiamo segnalato come, in particolare su Prisciano, nel corso dell'anno 2013 siano state rilevate concentrazioni di nichel mediamente circa dieci volte superiori a quelle previste dalla legge tedesca, riferimento internazionale rilevante anche per le ARPA italiana, con picchi mensili anche di 23 volte eccedenti la soglia della normativa benchmark.
E' trascorso un mese, ma la nostra denuncia non pare aver sortito effetto alcuno. Il sindaco, nella sua qualità di ufficiale sanitario, sta riflettendo su come mettere in sicurezza i cittadini?
Un primo strumento, dopo l'immediata perimetrazione dell'area di potenziale pericolo da parte di ARPA, potrebbe essere l'emanazione di un'ordinanza con cui interdire la coltivazione alimentare presso tutti i terreni, gli orti circostanti le Acciaierie, a iniziare da Prisciano. Non solo. Occorrerebbe provvedere del pari anche sui lotti prossimi alla discarica di Valle, la cui necessaria bonifica, dopo ben 15 anni, incomprensibilmente non riesce a partire.
Al riguardo è bene che le Acciaierie di Terni, all'interno del proprio sito produttivo, individuino con urgenza nuovi spazi per lo smaltimento dei rifiuti di lavorazione (c.a. 500.000 t/anno), vista la plateale nocività e costipazione dell'area attualmente utilizzata. Una nuova area, invece, da realizzare senza indugi e nel più rigoroso rispetto delle normative vigenti, prevedendo doverosamente il recupero industriale delle scorie, trasformandole in fattori in grado di conseguire importanti economie per l'azienda, ma anche utili benefici per l'ambiente e il paesaggio, coniugando in un meccanismo fortemente virtuoso le ragioni della salute e del lavoro nella Conca ternana.

Andrea Liberati, Italia Nostra Terni
Giuseppe Rinaldi, WWF Umbria

Terni, 27 gennaio 2014.

venerdì 10 gennaio 2014

TERNI-RIETI: PESANTI INFILTRAZIONI, CHIUDE LA GALLERIA TESCINO, COME ERA PREVEDIBILE. ANAS RENDA NOTA L'ANALISI DELLE ACQUE, IL COMUNE CHIARISCA PERCHE' LO SVINCOLO TERNI EST E' MONCO


Invitiamo Anas Umbria a rendere pubblici i risultati dell'analisi delle acque che ruscellando dentro la galleria Tescino - che temporaneamente chiude, come previsto - onde non solo ridimensionare i sospetti attorno alla loro pericolosità, vista la discarica sovrastante, ma anche per assicurarci che l'intervento programmato nei prossimi giorni non sia tale da doversi poi ripetere in un futuro prossimo: ad esempio, acque cromate sarebbero in grado di farsi largo altrove di nuovo, oltre a costituire un pericolo per gli stessi lavoratori del tunnel.
La chiusura della strada mostra anche quanto sia grave la mancata esecuzione dello svincolo-bretella di collegamento Terni Est - piazzale merci AST - Viale Breda, che peraltro le Acciaierie avrebbero anche cofinanziato: così si torna a ingolfare la città di TIR e autoveicoli che, diretti in Valnerina o nel reatino, vengono invitati a uscire a Terni Ovest, passando di fatto per Viale dello Stadio-Via Lungonera o Turati.
Circa 500 TIR al giorno che attraversano Via Bramante e Borgo Bovio, con grandi rischi per pedoni e automobilisti, mentre l'inquinamento non accenna a scendere.
Lo svincolo di Terni Est avrebbe risolto molti problemi e invece è rimasto lì, come una cosa lasciata in un angolo dimenticata, direbbe il poeta. Il Comune solleciti subito Anas Umbria a realizzarlo e chiarisca perché, a Terni-Rieti pressoché conclusa, manca ancora quest'opera, tanto fondamentale per AST così come per la qualità della vita di tutti i residenti.

Andrea Liberati, Italia Nostra Terni
Giuseppe Rinaldi, WWF Umbria

Terni, 10 gennaio 2014.

lunedì 6 gennaio 2014

FONTANA PIAZZA TACITO, RAPPORTO VENARIA REALE: ORA SI CAMBI METODO E SI CONVOCHI SUBITO L'ASSEMBLEA DEI SOCI. NO A FONDAZIONE-BANCOMAT. SI INTERVENGA SOLO DOPO L'ACCERTAMENTO UFFICIALE DELLE RESPONSABILITA'



Italia Nostra chiederà ufficialmente domani, a termini di Regolamento interno, che l'assemblea dei soci della Fondazione Carit sia urgentemente convocata a seguito delle notizie che stanno emergendo grazie al rapporto stilato dal Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale di Torino sui mosaici della Fontana di piazza Tacito.
Ribadiamo che la Fondazione, soggetta a una disciplina molto severa relativamente alla conservazione del proprio patrimonio, non può intervenire come un bancomat, con ingenti somme di denaro, se esistono - come esistono - precise e altrui responsabilità al riguardo.
Si congeli pertanto la fase del restauro del decoro musivo fino a quando non saranno ufficialmente chiarite le colpe di tale vergogna, che è diritto-dovere di tutti individuare, mentre la dirigenza della Fondazione sembra aver deciso di andare avanti lo stesso nonostante sia certamente mancata un'adeguata analisi preventiva del quadro generale, nonostante non si sia mai registrata la necessaria manutenzione programmata negli anni, nonostante il suo stesso assordante silenzio dinanzi al crescendo di atti vandalici perpetrati nel tempo contro quella stessa Fontana che oggi si vorrebbe recuperare.
Fin quando non si cambierà metodo, facendo anzitutto pagare chi ha sbagliato, siamo autorizzati a pensare, che quanto accaduto potrà ripetersi, tanto nessuno mai risponderà. L'Assemblea dei soci deve pertanto riunirsi anche per delimitare severi confini - materiali e morali - rispetto ai propri, futuribili, nuovi interventi, giungendo a prevedere la redazione di patti scritti con propri beneficiari, accordi la cui rottura imponga precise azioni di responsabilità, quale che sia l'interlocutore della Fondazione.
Dall'altra parte si ricorda a tutti gli interessati che non è possibile demolire i mosaici, se non attraverso l'autorizzazione del Ministero, eventualità cui Italia Nostra si opporrà con forza.

Andrea Liberati
presidente Italia Nostra Terni
ass.ne socia Fondazione Carit

Terni, 6 gennaio 2014.

venerdì 3 gennaio 2014

TUNNEL 'TESCINO' TERNI-RIETI, NUMEROSE INFILTRAZIONI DALLA VOLTA DI UN'OPERA NUOVISSIMA: E' PERCOLATO DELLA DISCARICA? PERCHE' NESSUNA BONIFICA DOPO MOLTI ANNI? STRADA A RISCHIO CHIUSURA?






Cattivi presagi dalle pesanti infiltrazioni che, in più punti, solcano il cemento della galleria 'Tescino' della superstrada Terni-Rieti, addirittura con un getto che, a circa 550 mt dall'imbocco sud e in precisa quanto sinistra corrispondenza con la sovrastante discarica, precipita dalla volta del tunnel sui veicoli in transito, ruscellando tra le corsie. Basta percorrere la galleria per rendersi conto della gravità della situazione.

Come noto, si tratta di un'opera di 1.500 metri, costata molti milioni, aperta al traffico appena due anni or sono: essa rappresenta la prima tappa di un itinerario di alto valore simbolico - perché, specie con l'inaugurazione di pochi giorni fa, rompe l'atavico isolamento tra i territori di Terni e Rieti - utile anche in termini molto concreti, considerando che rende la Valnerina fruibile ai turisti evitando di ingolfare le anguste strade della città di Terni.
Chi, però, conosce la storia di questa galleria - quella dei laghetti di veleni, delle acque al cromo esavalente affiorati anni fa durante lo scavo - è particolarmente preoccupato di quanto accade oggi. Alcuni osservatori ritengono infatti che, dalla discarica, il percolato si stia facendo implacabilmente strada. Se così fosse, saremmo dinanzi a un refluo in grado di corrodere progressivamente lo stesso calcestruzzo del tunnel. E la situazione potrebbe richiedere persino un risanamento strutturale onde evitare più gravi conseguenze, risanamento che stavolta dovrebbe spingere le Autorità a decontaminare davvero la sovrastante discarica, una bomba chimica che, lo ricordiamo, è inclusa da tempo tra i Siti di interesse nazionale (SIN) per le bonifiche individuati su Terni dal Ministero per l'Ambiente, unitamente alle aree industriali dismesse di Papigno e Gruber-Centurini.
La vicende andrebbe poi inquadrata nel contesto locale, dove problemi analoghi sono stati e sono tuttora minimizzati da talune Istituzioni pubbliche. Bene ricordare il pregresso: dopo la scoperta nel 2008 di una falda contaminata dal cromo esavalente, emersa durante gli scavi del suddetto tunnel e riversata impropriamente nel Tescino, si registrò l'intervento della Procura della Repubblica di Terni. Vennero installati due impianti di trattamento, sistemi di filtraggio che poi, in soli 10 mesi, processarono ben 98.000 metri cubi di acqua 'cromata', altrimenti dispersi in modo assai diverso.
Si sta oggi ripetendo un fenomeno simile? Fu eseguito quanto tecnicamente possibile per evitare lo sversamento di percolato in galleria? Quali condizioni di sicurezza garantisce la discarica ai lavoratori e all'ambiente? Quali volumi di percolato sta trattenendo il cemento? C'è il rischio di intaccare acque sotterranee? Esistono rischi per la salute pubblica e per la sicurezza stradale nel tunnel?

E' evidente che, qualora tutto fosse confermato, AST-Thyssen Krupp, soggetto proprietario e gestore della discarica, dovrà agire senza indugi, considerando che si tratta di rifiuti da captare e smaltire secondo precise disposizioni di legge. Il percolato, ad esempio, non potrebbe finire a terra, né nella pubblica fognatura. Bene che ARPA, se non l'abbia già fatto, avvii subito i monitoraggi del caso, come già avvenuto in passato.

Terni, 3 gennaio 2014.

Andrea Liberati, Italia Nostra Terni
Giuseppe Rinaldi, WWF Umbria

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