Mai andarsene in vacanza una sola settimana per le Festività di fine anno: può accadere di tutto! Può anche accadere di non ritrovare più il Lungonera celebrato da composizioni in vernacolo dei molti poeti ternani, il viale alberato per eccellenza, stravolto dalla “Politica della Motosega” con uno spettacolo deprimente. E’ stato distrutto per sempre un paesaggio urbano che costituiva parte integrante del nostro vivere quotidiano, un patrimonio arboreo unico.
Signor Sindaco, Signori Assessore Salvati e Rozzi, potevate almeno avvertirci! Italia Nostra avrebbe almeno celebrato un de profundis facendo qualche foto di quei luoghi per rinnovare almeno l’immagine delle ormai sbiadite cartoline Alterocca che, per quanto datate, riprendevano per la storia, quel verde superbo che non era nella disponibilità di un sindaco di passaggio o di un assessore che forse non distingue una carota da una rapa, un corbezzolo da un lillà o da un melograno.
Ogni volta che gli esemplari più belli, ormai quasi secolari, del parco cittadino sono interessati a fenomeni di indebolimento li si verifica uno ad uno, li si cura con tecniche ormai note persino al più umile perito agrario, li si mette in tiraggio evitando il pericolo di cadute rovinose. Perché, sia chiaro, se prevale come ormai abbiamo constatato da anni la mania distruttiva dell’Assessore di turno allora il quadro è segnato. Se si preferisce molto comodamente segare nobilissimi tronchi che, lo abbiamo noi constatato non erano per nulla malati o erano curabilissimi, allora si taglino tutti i pini di Terni dopo i tigli di Via Fratti e le robinie di Via Battisti. Se ogni albero di alto fusto che supera i trent’anni di vita può diventare un potenziale pericolo in caso di vento, pioggia o neve, allora rendiamo piatta la città, con buona pace dei nostri amministratori che meriterebbero altro che l’Attila d’oro che conferì loro anni fa il WWF. Ormai non c’è angolo di Terni che non sia stato interessato dalla motosega da Via Battisti, a Via Fratti alla rotonda di Via Carrara. Non vorremmo trovarci durante la prossima Pasqua con la motosega che elimina i bellissimi pini del Villaggio Matteotti o i pioppi cipressini di Piediluco ormai ridotti a pochi esemplari.
Dispiace che alcune associazioni ambientaliste protestino non per questa politica dissennata ma per il solo fatto di non essere state coinvolte. Al di là poi degli aspetti paesaggistici e culturali, dal punto di vista ambientale non esiste il rapporto di 1 a 1, un virgulto nuovo piantato per un esemplare adulto tagliato, perché la massa delle chiome distrutte è cento volte superiore a quella di un albero che esce dal vivaio. Immaginiamo gli anziani che passeggiano sul Lungonera sotto il solleone che piacere avranno durante le prossime estati senza più ombra per qualche decennio.
Consigliamo ai nostri Assessori di viaggiare un po’ ed osservare come vengono trattati esemplari secolari in altre città ed i altri Paesi. Si vada in Francia sui castelli della Loira, ma anche in Grecia, in Inghilterra. Si mettono targhe esplicative, si indicano ai turisti, si curano. E’ mai possibile che solo a Terni si ammalino a decine tutti insieme, in ogni viale? Forse la cura migliore sarebbe sostituire gli assessori, senza tagliare per carità loro la testa, ma almeno renderli innocui e farli tornare alle attività che sanno fare.
Signor Sindaco, Signori Assessore Salvati e Rozzi, potevate almeno avvertirci! Italia Nostra avrebbe almeno celebrato un de profundis facendo qualche foto di quei luoghi per rinnovare almeno l’immagine delle ormai sbiadite cartoline Alterocca che, per quanto datate, riprendevano per la storia, quel verde superbo che non era nella disponibilità di un sindaco di passaggio o di un assessore che forse non distingue una carota da una rapa, un corbezzolo da un lillà o da un melograno.
Ogni volta che gli esemplari più belli, ormai quasi secolari, del parco cittadino sono interessati a fenomeni di indebolimento li si verifica uno ad uno, li si cura con tecniche ormai note persino al più umile perito agrario, li si mette in tiraggio evitando il pericolo di cadute rovinose. Perché, sia chiaro, se prevale come ormai abbiamo constatato da anni la mania distruttiva dell’Assessore di turno allora il quadro è segnato. Se si preferisce molto comodamente segare nobilissimi tronchi che, lo abbiamo noi constatato non erano per nulla malati o erano curabilissimi, allora si taglino tutti i pini di Terni dopo i tigli di Via Fratti e le robinie di Via Battisti. Se ogni albero di alto fusto che supera i trent’anni di vita può diventare un potenziale pericolo in caso di vento, pioggia o neve, allora rendiamo piatta la città, con buona pace dei nostri amministratori che meriterebbero altro che l’Attila d’oro che conferì loro anni fa il WWF. Ormai non c’è angolo di Terni che non sia stato interessato dalla motosega da Via Battisti, a Via Fratti alla rotonda di Via Carrara. Non vorremmo trovarci durante la prossima Pasqua con la motosega che elimina i bellissimi pini del Villaggio Matteotti o i pioppi cipressini di Piediluco ormai ridotti a pochi esemplari.
Dispiace che alcune associazioni ambientaliste protestino non per questa politica dissennata ma per il solo fatto di non essere state coinvolte. Al di là poi degli aspetti paesaggistici e culturali, dal punto di vista ambientale non esiste il rapporto di 1 a 1, un virgulto nuovo piantato per un esemplare adulto tagliato, perché la massa delle chiome distrutte è cento volte superiore a quella di un albero che esce dal vivaio. Immaginiamo gli anziani che passeggiano sul Lungonera sotto il solleone che piacere avranno durante le prossime estati senza più ombra per qualche decennio.
Consigliamo ai nostri Assessori di viaggiare un po’ ed osservare come vengono trattati esemplari secolari in altre città ed i altri Paesi. Si vada in Francia sui castelli della Loira, ma anche in Grecia, in Inghilterra. Si mettono targhe esplicative, si indicano ai turisti, si curano. E’ mai possibile che solo a Terni si ammalino a decine tutti insieme, in ogni viale? Forse la cura migliore sarebbe sostituire gli assessori, senza tagliare per carità loro la testa, ma almeno renderli innocui e farli tornare alle attività che sanno fare.
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