Passeggiando in centro, si notano cantieri che, fra i pochi palazzi antichi e di pregio scampati ai bombardamenti, affrontano con singolare fantasia, il tema del recupero conservativo. E’ indubbio che la molla che spinge ad investire sia il ritorno economico, pur tuttavia è indispensabile che le autorità preposte facciano il loro dovere tempestivamente, in modo da contemperare l’interesse privato e quello pubblico. Accade con una certa frequenza che prevalga solo il primo. Siamo convinti che non si possa snaturare quel poco di antico che è rimasto e che costituisce, dal punto di vista architettonico, la storia della città, ben prima che l’acciaio ne determinasse lo sviluppo dell’ultimo secolo e mezzo.
Italia Nostra anche negli anni passati ha criticato interventi alquanto singolari d’incremento di cubature e fortemente dissonanti con il contesto storico ed architettonico esistente. Oggi ci vediamo costretti a richiamare alle proprie responsabilità ed alle proprie funzioni Enti Locali ed Amministrazioni, di fronte a situazioni che appaiono obiettivamente inaccettabili.
In Via Paolo Garofoli, proprio sul retro di una facciata liberty realizzata a fine Ottocento con la costruzione di Corso Tacito, accanto al rigore settecentesco di Palazzo Espa, il cui ingresso è ancora ben preservato dall’avvenuto restauro conservativo, un cantiere rielabora nello stile Disneyland la vecchia facciata di Palazzo Bartocci.
Mentre il regolamento edilizio impedisce qualsiasi nuovo aggetto, improvvisamente spuntano come funghi otto nuovi leziosi balconi. Ricordano i calli di Venezia, nella versione americana di Las Vegas, ed appaiono obiettivamente fuori luogo in quel vicolo in cui gli abitanti dei due palazzi contrapposti, se vogliono salutarsi, possono quasi darsi la mano l’un l’altro.
Chiediamo al Sindaco: ma il regolamento edilizio e le distanze che impone esiste solo per i fessi? Se tutti i proprietari che abitano in centro storico realizzassero centinaia, migliaia di nuovo balconi, in Via Roma, in Corso tacito, in Corso Vecchio, mettendo il Comune di fronte al fatto compiuto cosa accadrebbe?
Un cantiere aperto, in pieno centro storico, può fare da mesi di tutto? Ed il primo controllo avviene solo dopo che tutto è già stato realizzato? La sensibilità culturale è di tutti e prescinde dal colore delle amministrazioni.
Italia Nostra impegna il Sindaco ad un esame attento della ennesima situazione di irregolarità fiduciosa che gli interessi generali prevalgano sulle furbizie di pochi.
Anche perché non è possibile chiudere impunemente terrazzi per fare nuove cubature, rialzare tetti ben oltre il consentito per realizzare nuovi appartamenti, aprire finestre dove il progetto non lo prevede, costruire, sopra i vecchi tetti, mausolei ingombranti che cambiano completamente il profilo e le vedute preesistenti.
Ci chiediamo e chiediamo al Sindaco, augurandoci che non spunti la solita sanatoria che, con quattro soldi, sistemi il tutto: è possibile a Terni con una semplice D.I.A. fare abusi, in pieno centro, in zona AAa che il PRG classifica “residenziale di conservazione assoluta”?
Terni, 26 novembre 2009
Italia Nostra anche negli anni passati ha criticato interventi alquanto singolari d’incremento di cubature e fortemente dissonanti con il contesto storico ed architettonico esistente. Oggi ci vediamo costretti a richiamare alle proprie responsabilità ed alle proprie funzioni Enti Locali ed Amministrazioni, di fronte a situazioni che appaiono obiettivamente inaccettabili.
In Via Paolo Garofoli, proprio sul retro di una facciata liberty realizzata a fine Ottocento con la costruzione di Corso Tacito, accanto al rigore settecentesco di Palazzo Espa, il cui ingresso è ancora ben preservato dall’avvenuto restauro conservativo, un cantiere rielabora nello stile Disneyland la vecchia facciata di Palazzo Bartocci.
Mentre il regolamento edilizio impedisce qualsiasi nuovo aggetto, improvvisamente spuntano come funghi otto nuovi leziosi balconi. Ricordano i calli di Venezia, nella versione americana di Las Vegas, ed appaiono obiettivamente fuori luogo in quel vicolo in cui gli abitanti dei due palazzi contrapposti, se vogliono salutarsi, possono quasi darsi la mano l’un l’altro.
Chiediamo al Sindaco: ma il regolamento edilizio e le distanze che impone esiste solo per i fessi? Se tutti i proprietari che abitano in centro storico realizzassero centinaia, migliaia di nuovo balconi, in Via Roma, in Corso tacito, in Corso Vecchio, mettendo il Comune di fronte al fatto compiuto cosa accadrebbe?
Un cantiere aperto, in pieno centro storico, può fare da mesi di tutto? Ed il primo controllo avviene solo dopo che tutto è già stato realizzato? La sensibilità culturale è di tutti e prescinde dal colore delle amministrazioni.
Italia Nostra impegna il Sindaco ad un esame attento della ennesima situazione di irregolarità fiduciosa che gli interessi generali prevalgano sulle furbizie di pochi.
Anche perché non è possibile chiudere impunemente terrazzi per fare nuove cubature, rialzare tetti ben oltre il consentito per realizzare nuovi appartamenti, aprire finestre dove il progetto non lo prevede, costruire, sopra i vecchi tetti, mausolei ingombranti che cambiano completamente il profilo e le vedute preesistenti.
Ci chiediamo e chiediamo al Sindaco, augurandoci che non spunti la solita sanatoria che, con quattro soldi, sistemi il tutto: è possibile a Terni con una semplice D.I.A. fare abusi, in pieno centro, in zona AAa che il PRG classifica “residenziale di conservazione assoluta”?
Terni, 26 novembre 2009
Il Presidente, Daniele Pica
Nessun commento:
Posta un commento