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venerdì 12 novembre 2010

NO A SPECULAZIONI EDILIZIE SULLA EX FORESTERIA DELLA TERNI. CHIEDIAMO ALLA SOPRINTENDENZA DI PORRE UN VINCOLO SPECIFICO. CHI C'E' DIETRO QUELLA PROVOCAZIONE?




Evidentemente i tempi che vive la nostra città sono talmente bui se un assessore dell’Amministrazione Comunale giunge a proporre la vendita della palazzina liberty di Corso Tacito, l’ex Foresteria della Terni, per fare ‘cassa’.
Terni sta perdendo valori, storia e cultura. In altri tempi nessuno si sarebbe mai permesso anche solo di ipotizzare una tale offesa alla memoria storica della città e si sarebbero levate durissime proteste. Oggi tutti tacciono.
Chi è il ventriloquo che suggerisce provocazioni? Pretendiamo chiarezza e trasparenza.
Quell’edificio fu acquistato con il nostro plauso, sia per evitare fin troppo facili speculazioni, sia perché, con il parco annesso ed i cedri ultrasecolari – cui la motosega ha risparmiato, per ora, la vita – rappresentava e rappresenta ben oltre un secolo di storia industriale e civile.
Non solo – e non dovremmo essere noi a ricordarlo – costituiva anche, nelle lotte operaie, il simbolo del potere padronale e dell’azionariato, rispetto alla forza lavoro che, con fasi alterne, ha conquistato dignità, rispetto e benessere. Il riappropriarsene, l’apertura del parco alla cittadinanza, il progetto di conferirgli – inserendovi il Pro-Rettorato e la segreteria studenti dell’Università – un valore aggiunto di riscossa, aveva ed ha un significato inequivocabile.
L’ex Foresteria rappresenta la concretizzazione di un sogno ed un modo di dare speranza al futuro che, mai come oggi, appare incerto. Era legato all’alta cultura e, appunto, allo sviluppo del Polo Universitario che, proprio negli anni ’90, si andava sviluppando.
Noi chiediamo alla Soprintendenza che venga posto un vincolo specifico sulla palazzina e sul parco affinché nuovi barbari non facciano ciò a cui assistiamo in centro: svendite, altre cubature, cemento su cemento.
Facciamo appello dunque a tutte le associazioni e tutti gli Enti che possono essere legati alla storia della città, alla storia industriale, alla tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio artistico, e facciamo appello a tutti i cittadini per supportare la nostra richiesta.
Triste è il futuro di una città che ha perso il senso dell’orientamento e sembra dimentica di dove viene e soprattutto non ha idea di dove andare.

Terni, 5 novembre 2010


1 commento:

Unknown ha detto...

Quella villetta è un gioiellino nel cuore della città. Condivido la preoccupazione per la sua sorte, ma vorrei fare notare che per chi ama i beni culturali ciò che più conta è che siano conservati in buono stato e questo spesso non avviene per i beni in mano pubblica. E se si formasse una cordata tra le varie organizzazioni che hanno a cuore la cultura e l'arte? Tutte queste organizzazioni potrebbero poi collocare lì la propria sede locale e utilizzare gli ambienti della palazzina per le proprie attività interne e in particolare per l'amministrazione e le assemblee; per non parlare di altre iniziative volte a valorizzare l'edificio e a promuovere la cultura e l'arte (conferenze, mostre ecc.)

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