Dopo quattro anni, l'assemblea di Italia Nostra di Terni ha proceduto stamane al rinnovo delle cariche sociali.
Gli iscritti della storica organizzazione nazionale hanno dunque individuato - all'unanimità - i nomi con cui portare avanti idee e progetti volti a salvaguardare il patrimonio storico, artistico e paesaggistico anche a Terni.
Succede a Daniele Pica nel ruolo di Presidente il dottor Andrea Liberati, giornalista e animatore a Terni del progetti di recupero degli ipogei della basilica di San Valentino, con promettenti ritrovamenti e crescente interesse.
La vicepresidenza è assunta dal dottor Giuseppe Cassio, funzionario della Diocesi di Terni, storico dell'arte, autore di numerose pubblicazioni a carattere eminentemente culturale.
Segretario di Italia Nostra è l'avvocato civilista Marco Sansoni, attivo sul fronte anche legale relativamente ai delicati equilibri tra ambiente e produzione.
Liberati è netto: "Porteremo avanti un serrato dialogo con le Amministrazioni locali onde evitare il ripetersi di scelte improbabili nel centro storico così come nelle periferie, a iniziare dal c.d. cubo arancione del nuovo mercato - con il suo gigantesco scarrabile per rifiuti in bella vista sul Nera. Abbiamo poi già contestato la nave da crociera vicina al santuario di San Francesco, così come altre strutture del genere, irrispettose del contesto artistico-monumentale di una città - la nostra - i cui natali precedono quelli di Roma".
Come difendere l'ambiente? "Occorre tornare alle basi: facciamo di più per rendere presentabile la città, che è anzitutto sporca. Pensiamo dunque a un piano straordinario di recupero che veda anche la cittadinanza più attenta e partecipe. Gruppi di residenti potrebbero adottare brani di quartiere, così come si fa nelle più avanzate realtà dell'Occidente".
Secondo Liberati, occorrono da un lato interventi amministrativi più incisivi; dall'altro è necessario lottare per l'affermazione collettiva di sensibilità portatrici di futuro: "Purtroppo basta un rapido giro presso municipalità contigue per accorgersi che solo qui impera una certa sciatteria - da una cartellonistica sgraziata e penzolante a marciapiedi e strade emmenthal, da piste ciclabili ferme a 20 anni fa a un'attenzione non ancora sufficiente in tema di concentrazione di metalli pesanti nell'aria, senza tacere della pervicace volontà di insediare ancora una volta qui impianti di incenerimento a caratura regionale. No, grazie, questo è il passato! I pascoli erbosi grazie a cui Terni può crescere sono rappresentati dalle attività green: attendiamo perciò che la svolta verde prospettata oggi dal Comune diventi realtà e si arricchisca con interventi concreti e decisivi. Affianchiamo dunque alle peculiarità anche artistiche della storia di Terni, grande ma ingiustamente marginalizzata, le nuove sensibilità: ne trarremo spunto per un'esistenza feconda e recupereremo il senso di meraviglia per un paesaggio di cui siamo figli e che rappresenta la nostra memoria. E' l'univo paesaggio che abbiamo: quello che resterà dentro ai nostri occhi per tutta la vita".
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