L'amministrazione locale, con il consenso di quella regionale, ha infatti deciso di portare avanti il progetto di un'immancabile nuova strada che, a partire dalla realizzazione di una sovradimensionata rotonda sulla Tiberina, sfiorerebbe la chiesa romanica di San Giovanni de Brutis per poi distruggere brani significativi del fosso di Martorelli, nonché parte della tratta medievale detta della Casella, già segnata nei registri catastali delle mappe gregoriane (1820).
L'arteria resterebbe peraltro una cattedrale nel deserto, servendo solo un gruppuscolo minimale di case, conseguendo però un danno ingente sotto il profilo naturalistico e paesistico in un'area incontaminata. Strada inutile anche sotto il profilo del traffico, visto che non libererebbe affatto Acquasparta dalla schiavitù di mezzi pesanti da e per Montecastrilli.
Nonostante le risorse siano modestissime, il Comune di Acquasparta, anziché sistemare al meglio la rete stradale comunale esistente, i marciapiedi, prevedere una pista ciclabile almeno sulla Tuderte, decide dunque di farsi la sua piccola quanto inservibile "tangenziale sud", costruendo un'inutile lingua d'asfalto, totalmente antieconomica anche considerando il momento particolarmente delicato che sta vivendo il Paese.
La "tangenziale", assai ardita dal punto di vista ingegneristico, scavalcherebbe corsi d'acqua, ma anche pendenze ragguardevoli, dovendosi forzatamente allungare per quasi km 1,700, cancellando persino un bosco costituito di essenze d'alto fusto, con querce secolari, evenienza contro cui il proprietario ha già esperito ricorso al TAR.
Una ferita dalle conseguenze rovinose, considerando che quella valle è percorsa da un corso d'acqua il cui regime è irregolare tanto da aver già prodotto inondazioni che la Protezione Civile da sempre senza mezzi, non può compiutamente definire. Come che sia, le Amministrazioni locali, davvero poco lungimiranti, costruiranno comunque una strada sul fosso, cioè un tappo di cemento.
Una vera e propria sfida alla natura di cui nessuno sente il bisono
Terni, 5 febbraio 2013
Italia Nostra - Terni
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