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Allargamento verso la Cascata delle Marmore in corso |
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Dissodato il terreno per la terza discarica |
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Impermeabilizzazione rattoppata |
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Scorie tra gli ulivi |
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Scorie incappucciate |
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Scarico discarica Valle color verde |
Velocissimi a comunicare centinaia di licenziamenti,
distruggendo il nostro tessuto sociale, ma persino più rapidi nel devastare
l’ambiente. A Thyssen Krupp sembra
ben poco importare della Valnerina e del sito naturalistico mondiale della
Cascata delle Marmore: parlano da sole le prime immagini dei devastanti lavori
in corso per costruire l’ennesima discarica TK, a nemmeno due chilometri dalle magnifiche
acque cantate nei Grand Tour.
Sbancamenti
pesantissimi, decine e decine di alberi abbattuti –si confronti l’oggi con le
foto satellitari di Google Maps- tessuti
di capping rammendati, pozzetti ove
confluiscono preoccupanti liquidi verdastri, probabile percolato, un piezometro
proprio laddove si prepara questa terza
velenosa ‘montagna’ di rifiuti siderurgici, un cartello di cantiere senza
descrizione alcuna, senza che siano stati fin qui minimamente risolti i
gravissimi problemi determinati dalle altre due discariche (Pentima-Valle): in
un simile caos si realizza il nuovo immondezzaio, dopo aver già disseminato
mezza città con decine di milioni di tonnellate di scorie. Eppure il ciclo
dello scarto industriale potrebbe essere chiuso ben diversamente, se solo l’azienda
volesse investirci due lire. Invece è facile così, vero Thyssen Krupp?
Ai tedeschi, dunque,
il profitto assoluto, possibile grazie al dumping
ambientale accordato dalle autorità locali, a partire dalla donabbondesca e
connivente presidenza della Provincia di Terni, competente per materia; agli
italiani, segnatamente ai ternani, altri 100 anni di scorie al cromo, nichel,
etc., riducendo definitivamente in cenere grandissimi appezzamenti, con prevedibili
crescenti problemi sanitari, oltre al danno economico che fatalmente registreranno
operatori turistici ed enogastronomici.
Il tutto in piena
zona SIN, proprio laddove sarebbe dovuta partire la bonifica. Ma qui non si
risana alcunché, sebbene i sensori registrino da tempo tassi elevati di metalli
pesanti e di altri inquinanti nelle acque superficiali e profonde. E non esiste,
nemmeno in sede governativa, uno studio idrogeologico certo e condiviso, mentre
la stampa ci informa da anni su numerose indagini e processi relativi, guarda
caso, alla malagestione di tali discariche.
I campanelli di allarme sono risuonati tutti, ma si persevera nell’incoscienza,
fino al naufragio collettivo prossimo venturo: di tutto questo e di altro
saranno ancora una volta e senza indugi informati sia la locale Procura della
Repubblica che il Ministero dell’Ambiente
Italia Nostra Terni WWF Umbria
Andrea Liberati Giuseppe Rinaldi
Terni, 13 agosto
2014
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