ENERGIA E TERRITORIO

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venerdì 15 agosto 2014

[TERNI] PIAZZA DELL'OLMO E UN ASSESSORE (TROPPO) ZELANTE



Nulla di più inedito dell’edito. Caro assessore Bucari, così lei forse avrà pensato, intervenendo nella contesa architettonico-identitaria su piazza dell’Olmo: contributo che sarebbe però stato plausibile se fosse avvenuto usando parole non solo più coerenti con la sua formazione da geometra, ma, soprattutto, citando puntualmente le fonti.
Non è infatti bello scoprire da Internet che brani del suo pezzo sono stati integralmente prelevati (leggasi copiati e incollati) dai siti on line dell’architetto Alessio Patalocco e di Homify.
Lei, tra altri dettagli, attesta che “L’idea centrale è stata infatti di coprire il pavimento con un “cielo stellato” rosa che evoca il culto della notte e le mitologie classiche”: un periodo estratto di sana pianta dai suddetti siti (http://www.alessiopatalocco.eu/architettura/39.html, http://www.homify.it/progetti/1451/piazza-dell-olmo-terni). Aggiunge inoltre che l’illuminazione rappresenta un “luogo di produzione artigianale di giorno e luogo di svago la sera”, ripreso anch’esso in modo pressoché pedissequo. Potremmo proseguire, ma sarebbe sconfortante.

Ecco: noi crediamo che i professionisti non abbiano alcun bisogno di difensori d’ufficio; di un simile patrocinio men che meno. Infatti soltanto il sostenere con parole proprie e originali l’altrui produzione intellettuale può significare comprenderla, rispettarla e persino valorizzarla. O, magari, solo riscattarne i limiti.
Le rammentiamo poi, a margine, considerando il ruolo di governo cittadino da lei ricoperto, che per mancata citazione delle fonti nei propri studi pregressi, più di un ministro, in giro per l’Europa, si è dovuto dimettere in tempi recenti.

Ecco: partiamo da qui, da questo anelito di sincerità, vivissimo in Italia specialmente nei confronti degli amministratori pubblici.
Solo così potremmo poi tornare sulle discrasie tra i rendering e l’effettiva esecuzione dei progetti o, ancora, su un centro storico che ha ormai decine di pavimentazioni diverse, decine di corpi illuminanti diversi, decine di cestini portarifiuti diversi o, ancora, sulla credibilità e l’autorevolezza di alcune Soprintendenze, le stesse che consentono un tale intervento su piazza dell’Olmo, ma lasciano parimenti abbattere le Orsoline solo qualche anno prima –e, talvolta, di peggio fanno in giro per l’Italia- Orsoline che rappresentano l’ultimo eclatante esempio dell’obliterazione storico-architettonico-monumentale invariabilmente in corso da 70 anni nel ternano, vicende su cui certune Soprintendenze hanno pesanti responsabilità, come dimostra pure l’imminente distruzione della passerella Telfer, primo passo di nuovi smantellamenti sul fronte dell’archeologia industriale.

Insomma, caro assessore, fratello ternano, proviamo a recuperare un approccio anzitutto autentico sui più rilevanti argomenti a ricaduta pubblica.
Magari scoprirà che potremmo contrapporci in serenità, arricchendoci tuttavia molto del libero confronto di idee, a prescindere dalle tesi di partenza. Un arricchimento viceversa precluso in casi come questo

                                                                                  Italia Nostra Terni

Terni, 15 agosto 2014

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