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domenica 15 dicembre 2013

[TERNI] SUL TEATRO VERDI: IL PENSIERO DI ITALIA NOSTRA


La querelle sul teatro Verdi a nostro avviso ha fatto emergere ancora una volta un problema più complesso e cioè quello che riflette oggettivamente e in modo lampante la crisi culturale che investe il Paese e in modo particolare la nostra città.
La vicenda del Verdi è un'occasione imperdibile per avviare un percorso nuovo, fatto di ragionevole pluralità e di confronto critico sui valori culturali della nostra terra al di sopra di ogni dimensione politica. Dico questo perché il progetto per il nuovo Verdi, in nuce la "cattedrale" laica della cultura, non può essere trattato con superficialità perché coinvolge i secoli a venire: pertanto oggi siamo chiamati a fare qualcosa di più grande di un progetto di riqualificazione.
La progettazione del nuovo Verdi deve spronarci a conoscere la nostra terra, deve invitarci a scavare più a fondo in modo da trovare le radici del grande albero da cui siamo nati. Dobbiamo fuggire dalla tentazione di trattare con superficialità quanto ci è stato affidato solo perché - apparentemente - crediamo che l'albero - ossia la città culturale - non dia più buoni frutti. I nostri nonni ci insegnano che prima di raccogliere è necessario coltivare, prendersi cura, aspettare. Ora penso che la stessa cosa valga per il grande albero chiamato "città" i cui frutti sono ponderati alla qualità del lavoro; su questo aspetto penso che il Verdi giochi un ruolo fondamentale.
Luigi Poletti venne chiamato anche nella nostra città per costruire un "tempio" della cultura e la città lo volle sufficientemente adatto ad esprimere l'ambizione di un fermento sociale lungimirante e prestigioso. Oggi come allora la scommessa è stimolante e da sola ci fa capire che non occorre "un" teatro per Terni ma è indispensabile ri-progettare "il" teatro della città che possa legittimamente ascriversi alla lista dei beni culturali futuri.
E allora, come immaginiamo la morfologia del nuovo teatro? Sicuramente all'italiana. Ce lo impone la monumentale facciata che rappresenta tipologicamente l'ingresso tradizionale di un tempio classico. Chi entrerà nel nuovo Verdi allora dovrà immediatamente percepire di trovarsi in un teatro e solo così non proverà disagio se lo spazio che lo avvolge corrisponde all'idea che si era fatta entrando (cosa che avverrebbe invece se pensassimo ad uno spazio improprio come quello odierno che non ha nulla a che fare con un teatro). Certo, se non avessimo avuto la facciata questo criterio sarebbe stato meno vincolante. Chiarita dunque l'esigenza di ri-costruire "il" teatro come luogo di forte identità cittadina non possiamo che porci come punto di riferimento il teatro all'italiana. Tale non può che essere la nostra linea in virtù del fatto che il teatro all'italiana nasce come recupero delle piante dei teatri greci e romani e, quindi si allaccia perfettamente alla facciata superstite. C'è pertanto una forte connotazione simbolica nel ripristino di un monumento come il Verdi distrutto da una sfortunata serie di "errori" umani molto più dannosi di quelli provocati dalla bomba. Ma non dobbiamo nemmeno ripeterli.
Il progetto pertanto deve partire da quanto conservato, che esige un'unica direzione tipologica. 
Un suggerimento: la definizione di un tavolo di regia per il Teatro Verdi con la presenza di membri delle forze di maggioranza e di minoranza del Consiglio comunale, provinciale, Regionale e del Parlamento, nonché un delegato della direzione generale per lo Spettacolo dal Vivo del Ministero Beni e Attività culturali, con una commissione che studi le vicende storiche dell'edificio e individui le linee tecniche e artistiche utili per la scelta del soggetto vincitore del necessario bando di gara da esperire attorno a proposte calate nell'hodie, rappresentando una porta alla creatività contemporanea nel rispetto del passato e della cultura teatrale a Terni.
Qui si deve giocare l'ambizione dei ternani: cominciare dal teatro per ripartire dalla cultura.

Giuseppe Cassio
vicepresidente Italia Nostra Terni

Terni, 15 dicembre 2013.

1 commento:

Luigi ha detto...

Ragionamento sensato e valido complimenti.
Unico difetto: i nostri amministratori cittadini non la pensano proprio così!!! infatti circola tra loro un'idea per una variante al piano urbanistico che prevede l'abbattimento del Verdi e relativa costruzione di unità immobiliari!!!! alla faccia della "CULTURA".

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