Dopo anni di profitti importanti per Thyssen-Krupp, realizzati grazie all’esplosione della domanda di acciaio inossidabile in Europa, è arrivata una congiuntura economica negativa, con l’aumento esponenziale dei prezzi del rottame e del cromo, che in un paese come l’Italia, gravato da un costo dell’energia più alto del 50% rispetto al resto del Continente, colpisce in maniera pesante la fabbrica di Viale Brin. Con queste premesse è facile paventare la chiusura di alcuni impianti, con l’incubo di tornare ai giorni bui della vertenza sul magnetico.
E’ trascorso quasi un lustro dalla crisi del 2004, ma per la politica è come se non fosse passato nemmeno un giorno: la classe dirigente locale nulla ha fatto per evitare il ripetersi di quella crisi, nella convinzione che l’AST potesse rifornirsi sul mercato estero, come ha sostenuto, sbagliando, il sindaco di Terni anche recentemente.
Oggi che la Commissione Europea pone seriamente in discussione il perpetuarsi di presunti “aiuti di Stato” all’AST e ad altre aziende del bacino industriale locale, è evidente che il problema energia deve essere risolto in maniera definitiva, salvaguardando competitività del territorio e salute dei cittadini. Questo è il vero nocciolo del problema: una matassa all’apparenza inestricabile che ha condotto la classe politica regionale e locale ad una guerra per stabilire se realizzare una centrale a turbogas sul territorio del comune di Terni o su quello di Narni.
Mentre su Treie di Narni, territorio poco antropizzato, esistevano accordi sottoscritti da tutti gli attori istituzionali, oggi si è tornati indietro e si vorrebbe insediare la centrale nell’area densamente abitata di Terni che, oltretutto, già ospita un impianto a metano di pari potenza rispetto a quella ipotizzata (Edison, 100 Mw), tre termovalorizzatori per quasi 20 Mw, nonché industrie chimiche e la stessa Ast: scegliere di installare nella Conca una nuova centrale da 100 Mw sarebbe una decisione pesantissima per i delicati equilibri esistenti, visto che, negli ultimi tre anni, le emissioni di CO2 dei soli impianti Terni En.A. ed Edison hanno sfiorato 1.500.000 di tonnellate. Terni ha già dato: e chi perde la salute non può nemmeno lavorare.
Prima di autorizzare un solo megawatt in più nella Conca, Provincia e Regione stabiliscano la fonte dei misteriosi odori notturni che appestano la città di Terni; provvedano ad effettuare controlli sistematici ai camini, un fatto che, in quell’Europa spesso citata a sproposito, è da tempo realtà. Si inizi da qui, senza dimenticare che il disastro ambientale cagionato nel triangolo delle Bermude locale -il polo di incenerimento di Maratta- non è sicuramente piovuto dal cielo.
E’ trascorso quasi un lustro dalla crisi del 2004, ma per la politica è come se non fosse passato nemmeno un giorno: la classe dirigente locale nulla ha fatto per evitare il ripetersi di quella crisi, nella convinzione che l’AST potesse rifornirsi sul mercato estero, come ha sostenuto, sbagliando, il sindaco di Terni anche recentemente.
Oggi che la Commissione Europea pone seriamente in discussione il perpetuarsi di presunti “aiuti di Stato” all’AST e ad altre aziende del bacino industriale locale, è evidente che il problema energia deve essere risolto in maniera definitiva, salvaguardando competitività del territorio e salute dei cittadini. Questo è il vero nocciolo del problema: una matassa all’apparenza inestricabile che ha condotto la classe politica regionale e locale ad una guerra per stabilire se realizzare una centrale a turbogas sul territorio del comune di Terni o su quello di Narni.
Mentre su Treie di Narni, territorio poco antropizzato, esistevano accordi sottoscritti da tutti gli attori istituzionali, oggi si è tornati indietro e si vorrebbe insediare la centrale nell’area densamente abitata di Terni che, oltretutto, già ospita un impianto a metano di pari potenza rispetto a quella ipotizzata (Edison, 100 Mw), tre termovalorizzatori per quasi 20 Mw, nonché industrie chimiche e la stessa Ast: scegliere di installare nella Conca una nuova centrale da 100 Mw sarebbe una decisione pesantissima per i delicati equilibri esistenti, visto che, negli ultimi tre anni, le emissioni di CO2 dei soli impianti Terni En.A. ed Edison hanno sfiorato 1.500.000 di tonnellate. Terni ha già dato: e chi perde la salute non può nemmeno lavorare.
Prima di autorizzare un solo megawatt in più nella Conca, Provincia e Regione stabiliscano la fonte dei misteriosi odori notturni che appestano la città di Terni; provvedano ad effettuare controlli sistematici ai camini, un fatto che, in quell’Europa spesso citata a sproposito, è da tempo realtà. Si inizi da qui, senza dimenticare che il disastro ambientale cagionato nel triangolo delle Bermude locale -il polo di incenerimento di Maratta- non è sicuramente piovuto dal cielo.
1 commento:
Ciao e scusa il disturbo
probabilmente sono fuori tema ma volevo segnalarti ed invitarti sul blog Terni Mania.
Il blog ha lo scopo di pubblicare le informazioni su Terni e i comuni vicini e stimolare la discussione sui vari temi della città, una vera assemblea pubblica; è un progetto aperto, non ha schieramenti politici, religiosi, culturali o sociali siamo già in 5 editori infatti e vorrei che anche tu partecipassi e se conosci altre persone interessate a tua volta le invitassi a partecipare.
Non ci sono preclusioni di argomenti da trattare, l'unica regola è mantenere un modo di esprimersi corretto, e non promuovere ovviamente attività illecite.
Spero che questa proposta possa interessarti, se è così, perfavore scrivi un commento in questa pagina con il tuo profilo blogspot o segnalando un e-mail in modo che possa mandarti il messaggio di invito.
Tti segnalo anche la possibilità di inserire nelle pagine del tuo sito o blog gli aggiornamenti provenienti da Terni Mania,
trovi le informazioni su questa pagina.
Scusa ancora il disturbo e spero proprio di vederti presto sulle pagine di Terni Mania
un editore di Terni Mania come gli altri
G.P.
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